sabato 24 dicembre 2011

RIFLESSIONI SUL NATALE

 
                        
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  • Cosa rappresenta il Natale per voi?
  • E' vero che il cristianesimo è "dono e gioia"? Lo vedete anche voi in questa luce, oppure no? Perchè?
  • Come avete trascorso il Natale nell'anno passato? Per voi, è stata una festa cristiana oppure no? Perchè?
  • Siete disposti a vivere il Natale in modo diverso?
  • Gesù "nasce" anche oggi? Dove? In chi nasce, Gesù?
  • Secondo voi, da che cosa deriva la corsa ai consumi che si verifica durante il periodo natalizio? In quale misura ne siete coinvolti voi? Fate qualche tentativo per opporvi a questa mentalità di spreco?
  • Il Natale cristiano è aiutare fattivamente gli altri (i più piccoli, i poveri, gli emarginati...). E così?  E noi personalmente che facciamo?


RICORDIAMOCI
CELEBRARE IL NATALE PER CHIUDERLO IN SE' APPENA NEI GIORNI DI FESTA E DI VACANZA NON HA ALCUN SENSO: IL NATALE DEVE ESSERE LO STIMOLO PER UNA NUOVA PERSEVERANTE ESPERIENZA RELIGIOSA.


CHE COSA FARE?
- CHE COSA DEVO FARE, GESU' PER INCONTRARTI?
           Là dove qualcuno ha bisogno di te, è là che mi trovo.
CHE COSA DEVO FARE, GESU', PER ESSERE TUO AMICO?
           Condividi le tue risa, i tuoi occhi, le tue buone idee. E' così che tu mi sei vicino.
CHE COSA DEVO FARE, GESU', PER ACCOGLIERTI A NATALE?
             Fa posto a ciascuno, in particolare a chi è abbandonato. Sono io, colui che tu accogli.
                                     PREGHIERA                                  
GIOIA
Ecco Gesù!
Con lui, non ho più paura,
                 una grande tranquillità abita in me.    
Ecco Gesù!
e' la mia forza e la mia gioia! 
Con me, siate felici!
Cantate per il signore,
egli è il perdono e la tenerezza!
Fatelo sapere a chi vi sta intorno,
informatene tutti i vostri amici:
Gesù ci ha raggiunti, è in mezzo a noi!
Fatelo conoscere a tutti:
Colui che porta la pace di Dio
è qui, in mezzo a noi!          
 
  
GESU' E' NATO ANCHE PER TE.
 
 
 
 

VIVERE IL NATALE

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Nei prossimi giorni, quanti regali stanno per arrivare...
E noi, quale regalo facciamo  Gesù e a chi ci sta intorno?
Anche noi dobbiamo fare esperienza di essere stati "afferrati da Cristo" e affidarci a Lui per poter distinguere quello che vogliamo fare noi e quello che il Signore ci chiede.
 
 
E VOI VOLETE FESTEGGIARE IL NATALE, SENZA CAMBIARE NIENTE NELLA VOSTRA VITA?
Il messaggio del Natale non può lasciarci indifferenti.
Dio s'appresta a rovesciare i valori di questo mondo e s'aspetta che noi diventiamo portatori del suo messaggio.
Non basta, dunque, restare là senza che un raggio di chiarore, illumini il nostro volto, ma dobbiamo cambiare qualcosa in noi e fare veramente NATALE.
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NO, quindi al Natale pagano
(se il Natale fosse soltanto un'invenzione umana, una fiaba da raccontare ai più piccoli, regali da ricevere, o la trovata pubblicitaria per vendere in pochi giorni quantitativi di merce, allora sarebbe una grossa impostura e non potrebbe continuare...).
SI al Natale   che va al di là dei piccoli e poveri tentativi di
squalificarlo e di svuotarlo come un giorno uguale agli altri.
 
NATALE E':
Dio-che viene, Dio-con-noi, Dio che ha così stima dell'uomo da farsi uomo e venire ad abitare con lui.
 
GESU' è quindi il dono dell'umanità: il regalo più bello che abbiamo ricevuto: non c'è regalo più bello e più grande! Doniamo anche noi Gesù come Lui si è donato a noi.
A NATALE impariamo a far luce sul volto dell'altro, a capire ciò di cui ha bisogno e regaliamo del nostro tempo;
meglio ancora mettiamo a disposizione le nostre competenze. Così saremo veri figli del Natale:
"voi siete la luce del mondo" dice Gesù.
 

IL SENSO DEL NATALE

 

  Natale ci rivela lo scandalo folle di un Dio che ha bisogno dell'uomo.
                Dio si fa piccolo e povero: è un bambino, nudo bisognoso di cure.   
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
    
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Siamo a Natale, tempo della "memoria" del grande evento, cioè della nascita di Gesù, ma non perchè attendiamo che Egli rinasca di nuovo a Betlemme.  Vi è già nato ed è per questo che festeggiamo.
La venuta di Dio nella carne, infatti, si è già compiuta e questo evento ha cambiato - cambia! - la storia.  MA COME?
 
Oggi, ammettiamolo, il Natale non ha più quel significato cristiano che si dovrebbe avere... Sta capitando un pò al contrario. Indubbiamente, colpa del consumismo, dell'odio che uccide, dall'ingiustizia che opprime ed emargina, dalla miseria, dalla disoccupazione..., ma anche noi cristiani sembriamo metterci del nostro: non sappiamo più bene che cosa celebriamo a Natale, e così abbiamo smarrito anche il senso di questa bellissima festa.
 
e come Maria che si è fidata e affidata completamete alla volontà di Dio, così anche noi dobbiamo prepararci bene a questo grande evento!
 

giovedì 8 dicembre 2011

MARIA, FIGURA DELL'AVVENTO


L'Avvento è il tempo dell'iniziativa di Dio a dare;
in questo tempo Maria è il simbolo della disposizione a ricevere: è la terra su cui il padrone del campo semina il suo seme.
Il Vangelo può essere letto in questa luce.



Nell'annunciazione comincia la presenza di Dio in senso pieno tra gli uomini.
Qui è accaduto veramente un "avvento".
Ma ciò che sconcerta è il fatto che un'ora così carica di un evento unico nella storia, fu un'ora
 assolutamente piena di silenzio e di quiete.

Il mistero unico della storia del mondo è un mistero di silenzio.
 

Nella vita dell'uomo decaduto
tutto è ricerca di potenza, perfino l'atto religioso può divenire un atto di cupidigia sulle forze divine.
Nella "piena di grazia"

che si dichiara "serva" ha termine il reame dell'uomo assetato di potenza: Maria, divenendo la serva del Signore, dà il via al grande cammino di ascesa della vita e questo nella forma più quieta e silenziosa: il più grande frutto della vita nel più grande silenzio!
Viviamo in un'epoca in cui il frutto della vita è collocato sulla velocità del nostro attivismo; siamo ossessionati da una strana irrequietezza, che subodora una perdita di tempo ad ogni momento di silenzio e di non attività esterna. In questo modo abbiamo del tutto perso il senso del ricevere, dell'attendere, dell'educarci all'attesa.

Eppure "avvento" 

non è altro che farsi trovare in attesa da un evento che ci supera; è una storia scritta dentro di noi ma non da noi, almeno in prima istanza; e chi non sa ricevere rischia di trovarsi fuori di questa storia.