sabato 21 gennaio 2012

L'AMORE PIU' FORTE DEL PECCATO

 
 
Siamo chiamati, secondo lo Spirito, a seguire Cristo per andare al Padre....ma per fare questo dobbiamo uscire e allontanarci sempre più dalla schiavitù del peccato e progredire nella libertà dei figli di Dio.
Innanzitutto dobbiamo riconoscerci tutti peccatori, "Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa" (1Gv1,8-9).
Siamo tutti peccatori, di fatto o potenzialmente.
 
 
COSA E' IL PECCATO?
Il peccato non è soltanto l'infrazione di una legge: peccato è anzitutto rifiutare Dio, negare che Dio ti ami.
Chi pecca mette in dubbio l'amore di Dio. Peccando si esce dall'amore e si rimane soli nell'egoismo.
PECCATO è rompere con i fratelli, separarsi dalla comunità dei credenti.
MA L'AMORE DI DIO E' PIU' FORTE DEL NOSTRO PECCATO
Leggendo il Vangelo di Luca al cap. 15 vediamo che si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo e questo non l'avrebbero fatto se in Lui avessero notato un atteggiamento di non-accoglienza.
Come è radicale in Gesù il rifiuto di ogni peccato, altrettanto grande è la sua misericordia verso chi ha peccato.
Nel peccatore Gesù non vede una persona da condannare, ma un fratello da salvare.
Infatti Dio,  ama i peccatori prima ancora che si convertano. Li va a cercare, come il pastore cerca la pecora smarrita.       Mostra immagine a dimensione intera
 Li converte e li rende giusti. Da soli non riuscirebbero mai a liberarsi dal peccato: prigionieri di un egoismo tenace e di una logica tutta terrestre, immersi in un contesto sociale corrotto, non potrebbero mai rovesciare il proprio centro di interesse e i propri criteri di valutazione; morti alla vita di comunione con Dio, non potrebbero mai risuscitare se stessi.
 
Ognuno di noi porta in sè la tremenda realtà del peccato. Ma l'amore di Dio è più forte del nostro peccato.
Ricordiamo come Gesù ha scelto Giuda Iscariota tra i gli amici più intimi, lo ha scelto come Apostolo, ma un pò alla volta ha maturato in sè il tradimento. Ma Gesù non respinge Giuda, non lo caccia via, nè gli toglie la fiducia. Anzi, nella Cena Pasquale, Gesù dice chiaramente: "Uno di voi mi tradirà", lo fa come estremo tentativo di richiamare Giuda al pentimento; ma il cuore di Giuda si è ormai ostinato nel peccato. Nell'orto del Getsemani Giuda si avvicina a Gesù e gli dà il bacio del tradimento: ma ncora Gesù lo chiama "amico". Nemmeno il tradimento può vincere l'amore di Gesù.
Il bacio di Giuda
Pensiamo a quanta somiglianza c'è tra noi e Giuda.
Se ci guardiamo dentro con sincerità, non è difficile scoprire che anche noi ci tiriamo indietro di fronte al DONO di Gesù.
Ricordiamoci anche che Gesù è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto e a portarci l'amore del Padre, che ci fa passare da morte a vita, dall'egoismo all'amore.
Molti peccatori hanno incontrato Gesù, ed Egli ha perdonato tutti.
Ricordiamo:
-  L'ADULTERA (una donna sorpresa in adulterio e volevano condannarla, ma Gesù le dice: "Io non ti condanno; và e non peccare più" 8Gv 8,1-11);
 
- IL LADRONE PENTITO (sulla croce, accanto a Gesù, è crocifisso un rapinatore che le dice: "ricordati di me, Gesù" e Gesù gli perdona tutta una vita sbagliata e gli dice. "Oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23,33-43).
 
Le persone devote si scandalizzano per il comportamento di Gesù; mormorano, protestano, dicono di lui. "Ecco un mangione e un bevone, amico dei pubblicani e dei peccatori" (Mt 11,19). In realtà Gesù, a tutti quelli che pensano che ci fa del male deve pagarla perchè è un malvagio, dice: "Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a pentirsi...perchè io amo la misericordia!" (Mt 9,13).
 
Dopo la sua morte e risurrezione, il Signore ha lasciato alla Chiesa il potere di rimettere i peccati nella potenza dello Spirito, come parte fondamentale della salvezza realizzata nel mistero pasquale: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi" (Gv 20,22-23).
 
 
 
 Per questo l'apostolo Paolo può dire che Dio "ci ha riconciliati con sè mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione" ("Cor 5,18).
 
Il Signore ci offre quindi la possibilità di salvezza attraverso il sacramento della penitenza o riconciliazione, che chiamiamo anche la Confessione.
La confessione non è un affare privato tra il peccatore e il confessore.
 Tutta la comunità ha sofferto per il nostro peccato, e ora gioisce perchè ci apriamo nuovamente all'amore.
Gesù ci offre gratuitamente il perdono, ma chiede:
  • fiducia nel suo amore che è più forte di ogni male;
  • un rifiuto deciso del peccato;
  • un impegno serio a camminare sulla sua via;
  • che anche noi perdoniamo agli altri le loro mancanze.
E Se voi perdonate agli uomini le loro offese,
Il Padre vostro perdonerà anche a voi.
Ma se voi non perdonate agli uomini,
nemmeno il Padre vostro perdonerà i vostri peccati" (Mt 6,14-15)

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